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Street Food tra il Capo e la Vucciria

Un buongiorno al Palazzo Liberty

La nostra giornata inizia tra stucchi eleganti e profumi di caffè al Palazzo Liberty Unique Hotel, nel cuore di Palermo. Questo gioiello architettonico, incastonato in un palazzo in stile liberty, è il punto di partenza perfetto per immergersi nella città: un hotel della Collezione Geocharme, a pochi passi da mercati storici, chiese barocche e scorci vibranti di vita quotidiana. Con la guida esperta di Geotravel, ci avventuriamo in un tour a piedi tra sapori, storie e pietre antiche. Destinazione: il Capo e la Vucciria, i due mercati più celebri della città, simboli viventi di una Palermo autentica e multiforme.

 

Il Capo: tra sfrigolii e devozione

Il primo assaggio ci attende al Mercato del Capo, una sinfonia di voci, odori e colori. Mentre passeggiamo tra bancarelle cariche di spezie, pesce fresco e frutta di stagione, ci fermiamo per il primo morso: le panelle, sottili frittelle di farina di ceci, croccanti fuori e morbide dentro. Servite in un panino caldo con una spolverata di sale e limone spremuto: semplice, perfetto. Proseguiamo verso la Chiesa dell’Immacolata Concezione al Capo, un piccolo gioiello barocco incastonato nel caos del mercato. Entrarvi è come attraversare una soglia nel tempo: stucchi dorati e silenzio sacro fanno da contrasto alle grida dei venditori all’esterno.

 

La Vucciria: dove il tempo si ferma

Attraversando vicoli stretti e piazze assolate, raggiungiamo la Vucciria, il mercato forse più famoso di Palermo. Conserva intatto il suo fascino decadente: murales, insegne vintage, e quell’aria di festa eterna. Qui arriva la regina dello street food palermitano: l’arancina. Sferica (come vuole la tradizione palermitana), fragrante e ripiena di ragù, piselli e formaggio filante. L’alternativa con prosciutto e burro? Ugualmente irresistibile. Mangiata in piedi, con le dita unte e il sole che scalda i palazzi sbrecciati intorno a Piazza Garraffello, l’arancina è un rito collettivo, un’esplosione di gusto e identità. Non mancano gli scorci artistici: ci fermiamo davanti alla Chiesa di San Domenico, maestosa e carica di memoria, soprannominata il "Pantheon di Palermo" per le numerose sepolture illustri al suo interno. E poi si cammina ancora tra i vicoli di questa splendida città, fino ad arrivare alla Chiesa di San Francesco e qui di fronte ci lasciamo tentare da un'altra specialità: il leggendario pane con la milza (o “pani ca meusa”). Sembra intimidatorio, ma basta un morso per cambiare idea. Il sapore intenso della milza bollita e poi rosolata nello strutto, servita in un panino con caciocavallo o una spruzzata di limone, racconta tutta la storia popolare di Palermo.

 

Dolce chiusura con vista

Il nostro tour si conclude come si deve: con un cannolo fresco, riempito al momento. La scorza friabile, la ricotta dolce e granulosa, i canditi e una leggera spolverata di zucchero a velo. Lo gustiamo seduti in una piazzetta assolata, mentre Palermo ci avvolge con la sua bellezza ruvida e sincera.

 

Un viaggio che resta (e ritorna)

Grazie a Geotravel, Palermo non è solo un luogo da visitare, ma da assaporare con tutti i sensi. Tra il Capo e la Vucciria, tra un morso di arancina e uno sguardo alle cupole barocche, si scopre una città che non si dimentica. Alla prossima, Palermo. Magari con un’altra arancina in mano.